Anche se legalizzata da qualche anno, la cannabis light alimenta ancora i dubbi di molte persone in merito all’assunzione del CBD, il principio attivo. Vediamo, dunque, quali sono le leggi aggiornate sul CBD a livello italiano ed europeo.
LE CARATTERISTICHE DEL CBD
Conosciuto con l’acronimo di CBD, il cannabidiolo è uno dei principi attivi più noti e importanti della cannabis. Questo componente è stato per molto tempo ignorato dall’opinione pubblica e dalla ricerca scentifica che favorivano lo studio del THC, responsabile però degli effetti psicoattivi.
Gli studi poi si sono concentrati anche sul CBD e poiché i risultati del lavoro degli scienziati hanno evidenziato gli effetti positivi sull’organismo e sempre più persone hanno cominciato a nutrire interesse per il CBD.
Il CBD non ha alcun effetto stupefacente, può essere estratto da varie parti della cannabis, principalmente dalle infiorescenze e dalle foglie, e possiede proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie, analgesiche e ansiolitiche, non a caso il suo utilizzo sarebbe molto utile nel trattamento di disturbi come ansia, stress e insonnia.
Il CBD ha inoltre proprietà lenitive che aiutano a tenere sotto controllo i sintomi di alcune condizioni debilitanti dell’apparato digerente come nausea e sindrome del colon irritabile, agevolando la digestione.
Interagendo con i recettori del sistema endocannabinoide, il CBD aiuta a ripristinare la sua normale funzionalità e a riequilibrare diverse funzioni vitali. Non solo: in base ai risultati di vari studi scientifici, la sua assunzione placa i sintomi di patologie gravi come il morbo di Parkinson, l’epilessia e la sclerosi multipla.
LEGISLAZIONE EUROPEA E CBD
Il 19 novembre 2020 la Corte Europea ha emesso una sentenza in cui questa molecola viene dichiarata legale in quanto priva di effetti psicoattivi o dannosi per la salute. Nel testo si precisa anche che il CBD non crea dipendenza.
Questa sentenza legittima il commercio e il consumo del CBD nel territorio comunitario dunque tutti i Paesi membri sono tenuti a rispettare tale indicazione. Tuttavia, esiste la possibilità per ogni singolo Stato di porre dei limiti al suo utilizzo per ragioni di salute pubblica.
In Questo testo viene regolata la commercializzazione del cannabidiolo, le regole prevedono che le piante da cui viene estratto siano state coltivate in Europa e abbiano una concentrazione di THC inferiore allo 0,2% e deve essere estratto da tutte le parti della pianta e non solo dalle infiorescenze o dalle foglie.
La decisione della Corte Europea non ha solo tenuto in conto che il CBD non dia dipendenza ma ha anche preso in considerazione il gran numero di effetti benefici che lo caratterizzano.
LA LEGGE ITALIANA SUL CBD
In Italia ha avuto la sua ultima svolta significativa nel 2016: è di quest’anno, infatti, la promulgazione della Legge n. 242/16 che regolamenta la coltivazione e commercializzazione della cannabis light.
Il testo indica che è possibile coltivare piante di cannabis che non contengano una percentuale di THC superiore allo 0,2% e i suoi derivati possono essere venduti e posseduti. Tuttavia, c’è un vuoto legislativo in merito al consumo. La legge non lo vieta apertamente ma non specifica in alcun modo nemmeno la sua legalità.
Gli utilizzi che sono stati messi nero su bianco sono quello cosmetico, quello alimentare e quello per il collezionismo, quello che manca però è il riferimento all’uso della cannabis light a scopo ricreativo. Non solo: non è specificata la posizione legale del CBD.
Tuttavia, poiché l’Italia è un Paese appartenente all’Unione Europea, la sentenza del 19 novembre 2020 ha validità giuridica anche nel suo territorio; di conseguenza, il CBD è una sostanza legale e può essere consumato anche in Italia, a patto che rispetti i parametri indicati nel testo della sentenza della Corte Europea. Attenzione: si parla di CBD, non di cannabis light.
In conclusione
Il cannabidiolo può essere una soluzione per il trattamento di condizioni più o meno gravi e poiché il suo consumo è stato legittimato da una sentenza della Corte Europea è possibile assumerlo senza violare alcuna legge.
È importante, però, acquistare derivati di CBD presso rivenditori autorizzati che rilascino un certificato di conformità.
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